Meno di tre pagine (benché densissime) per «proclamare chiaro e forte» che la psicanalisi, quand'anche mimetizzata da Freud in discorso medico che cura le patologie, «non ha niente a che fare con la medicina né con la sanità, e che di conseguenza essa non accetta di essere regolamentata giuridicamente o di essere riconosciuta dallo Stato».
Ma se è proprio inevitabile sottometterla al controllo dello Stato, cui oggi niente e nessuno può e deve sfuggire, «non è dal Ministero della salute né dal Ministero della pubblica istruzione che gli psicanalisti dovrebbero dipendere, ma dal Ministero della Cultura, alla stregua degli scrittori, degli attori, dei pittori, dei musicisti».
Il testo-manifesto è preceduto da una breve disamina, etimologica e fraseologica, dell'antonimia laïque/clerc, nuova occasione per riprendere lo scritto più radicale di Freud: La questione dell'analisi laica.