Dal punto di vista dei diritti umani, il 2021 è stato per lo più una storia di tradimento e ipocrisia nelle stanze del potere. Le promesse di "ricostruire un mondo migliore" dopo la pandemia da Covid-19 sono state di fatto solo parole e alcuni governi hanno sfruttato ancora di più la pandemia per rafforzare il proprio potere.
Le speranze di una cooperazione globale si sono spente di fronte all'accaparramento dei vaccini, alla riluttanza ad affrontare il cambiamento climatico e a limitate convenienze personali. Le promesse di una ripresa economica sono state indebolite da una scarsa riduzione del debito e da una radicata disuguaglianza di reddito. I progressi nella scienza e nella tecnologia sono stati minati dall'avidità aziendale e dalla complicità dei governi o sfruttati per reprimere il dissenso e impedire a rifugiati e migranti di attraversare i confini.
Ma le speranze per un mondo migliore dopo la pandemia sono state tenute vive da persone coraggiose, movimenti sociali e organizzazioni della società civile. I loro sforzi e le limitate vittorie duramente conquistate dovrebbero spingere i governi a mantenere le loro promesse.
Il Rapporto 2021-2022 di Amnesty International evidenzia l'impatto di queste dinamiche a livello globale, regionale e nazionale, coprendo la situazione dei diritti umani in 154 paesi nel 2021. Presenta le preoccupazioni documentate da Amnesty International e le raccomandazioni per i governi e gli altri attori. È una lettura essenziale per politici, sostenitori, attivisti e chiunque abbia un interesse per i diritti umani.