"Regina Frescobaldi, quantunque avesse appena nove anni, non era una bambina. Il suo fondo cuore, già pieno di ricordi, non racchiudeva un solo raggio di luce schiettamente infantile. Pareva una posatrice consumata, alle bimbe della sua età: invece era sincera. Ella non sapeva, proprio, nè divertirsi, nè ridere. La donnina sorrideva, qualche volta: una sfumatura di sorriso che ispirava terrore e pietà agli adulti: le smorte labbra innocenti sembravano fare una concessione alla vita degli altri. E sembravano, anche, aver bevuto il sorriso breve - in cui balenava l'ironia - a una torbida acqua: come se una tragica coppa, ricolma di tossico misterioso, fosse stata offerta alla bocca già dolorosa, già consapevole dei fremiti che trattengono i singhiozzi; delle pieghe amare che sigillano lo sdegno. Educata nel riserbo fiero dei poveri orgogliosi, Regina detestava i giuochi chiassosi delle sue coetanee. Nulla l'attirava nelle corse gioiose e folli: nei «giri tondi» accompagnati dal coretto stonato delle filastrocche popolari, imaginose e senza senso. Ma era una precoce osservatrice, quella malinconica diseredata: e Regina si rammentava dell'abitudine ch'ella aveva presa, un tempo."
Il mio bel sole, Gemma Ferruggia.
Gemma Ferruggia (Livorno, 8 dicembre 1867 - Milano, 15 dicembre 1930) è stata una scrittrice e drammaturga italiana.