Pubblicato nel 1919, all'indomani della Grande Guerra, "Rete d'acciaio" è uno dei romanzi più acclamati di Clarice Tartufari (apprezzato anche dalla grande Matilde Serao). La giovane Ilaria è sposata con l'ingegnere Ippolito, il quale è afflitto da una gelosia che ha quasi del morboso. Incapace di affiancare la moglie - alle prese con i malesseri della gravidanza - egli decide di allontanarsene per venti lunghi anni, affidando Ilaria alle cure del padre e andando a lavorare all'estero. Ritornato in Italia, Ippolito fonda uno stabilimento industriale a Terni, chiedendo alla moglie di tornare a vivere insieme. Sullo sfondo di una fabbrica roboante di macchinari moderni, da intendersi come metafora della graduale perdita di controllo dei coniugi, il naufragio della relazione si configura quasi come un inevitabile riflesso dei tempi moderni. Ammantato di suggestioni futuriste, il romanzo costituisce un affresco, di vivido e cinico realismo, della condizione femminile all'inizio del Novecento. -