Negli anni 1522-1525 si verificarono numerosi episodi di caccia alle streghe nella Signoria della Mirandola, fatti che portarono al rogo almeno una decina di persone.
L'inquisizione fu avviata nel 1522 dal frate domenicano Girolamo Armellini da Faenza che indagava su voci riguardanti strani rituali notturni nei contadi attraversati dal fiume Secchia, in particolare nella villa di Cividale vicino alla Mirandola. Secondo alcune testimonianze, i partecipanti a questi sabba avrebbero praticato atti abominevoli, inclusi peccati di carne e gola, oltre al disprezzo del Crocifisso e delle ostie consacrate.
L'opinione pubblica mirandolese criticò duramente le condanne a morte e, in risposta, Giovanni Francesco Pico scrisse "La strega", teso ad analizzare il senso dell'uccisione degli accusati di stregoneria.
Quest'opera rappresenta un importante contributo alla letteratura demonologica del Rinascimento e offre una prospettiva unica sulle credenze e le controversie legate alla stregoneria in quel periodo.